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Cimitero nel Bosco

Cimitero nel Bosco

Cimiteri d'Europa: una visita allo Skogskyrkogården di Stoccolma

ll più grande cimitero svedese patrimonio UNESCO per aver saputo coniugare il paesaggio naturale con la funzionalità del luogo.

Dello Skogskyrkogården di Stoccolma - letteralmente il "cimitero del bosco" - se ne è molto parlato in svariate pubblicazioni per le sue caratteristiche architettoniche e paesaggistiche che nel 1994 gli hanno valso l’iscrizione al Patrimonio dell’Umanità UNESCO e che lo hanno fatto divenire in seguito anche un punto di attrazione turistica.
La sua realizzazione è relativamente recente: i lavori iniziati nel 1917 e protratti fino al 1940 prendono forma dal progetto dei due giovani architetti Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz, seguaci della corrente architettonica denominata Funzionalismo, che nel 1915 vinsero un concorso internazionale appositamente indetto. 

Skogskyrkgården è un vero museo a cielo aperto dove l’architettura si integra armonicamente nel paesaggio naturale, offrendo al visitatore un archivio straordinariamente suggestivo di arte e humus culturale. È proprio per l’unicità della struttura, combinata con la sua funzione, che ha fatto sì che fosse il primo cimitero a diventare Patrimonio UNESCO, esercitando in seguito una profonda influenza sulla progettazione cimiteriale nel mondo.

 Nel fiabesco Cimitero del bosco la consueta tristezza dei camposanti è sostituita da un’indiscutibile bellezza caratterizzata dalla verticalità di pini altissimi intrisi di luce naturale dove sorprende la dimensione minima delle lapidi quasi a testimoniare una precisa volontà a non infastidire il paesaggio, dispensatore immediato di una serenità difficilmente riscontrabile altrove. Questo luogo di "magico riposo" profuma di resina, ed è avvolto da un profondo silenzio interrotto solo dal lieve fruscio del vento che certamente trasmette una commozione misurata di chi lo attraversa. Nel trascorrere qualche ora camminando tra i suoi suggestivi percorsi, vengono in mente le parole di Sant’ Agostino che parlando della morte scrisse: “La morte non è niente.Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace”.


Costruito su un’antica area morenica di cento ettari, dove sorgeva una cava di ghiaia ora trasformata in terrazzamenti e collinette artificiali punteggiati da lapidi disposte ai piedi di anziani alberi, Skogskyrkgården è celebre per i suoi edifici funzionalisti, in particolare il crematorio, vero gioiello di architettura del XX secolo. Ospita anche splendide cappelle, tra cui le cinque cappelle della Fede, della Speranza, della Santa Croce, della Resurrezione e la Cappella nel bosco che hanno una via di uscita diversa da quella d’ingresso, in modo da facilitare il ritorno alla vita normale dopo le funzioni.


Centinaia i personaggi qui sepolti tra i più famosi del Paese: la più significativa sotto il profilo della notorietà è la tomba della ”Divina” Greta Garbo, la famosa attrice nativa di Stoccolma.
Vi sono inoltre altri tre importanti punti da non perdere, il primo, di grande impatto scenografico è il gruppo scultoreo realizzato dall’artista svedese John Lundqvist raffigurante la Resurrezione, collocato nel timpano del corpo d’ingresso, realizzato grazie ad una donazione anonima. Un altro interessante punto è l’Almhöjden,  ovvero la Collina della Meditazione, un’area rialzata e solitaria ma in continuità con il paesaggio, un luogo dove sfogare il proprio dolore per la perdita della persona cara, ma anche un sito ideale per chiunque sia disposto ad avvicinarsi al cimitero per attingere ad una solitaria meditazione o contemplazione. Pur legandosi alla foresta e alla Cappella della Resurrezione, da cui si può osservare la struttura lineare  del colonnato, la Collina della Meditazione per le sue valenze emozionali rappresenta un luogo a sé stante, il segno della memoria degli uomini, del loro appartenere ad una comunità e ad una civiltà che si fonda sul ricordo del passato ma anche sulla fiducia in una continua rigenerazione; allo stesso tempo la Collina della Memoria rappresenta un punto di passaggio fisico che aiuta il distacco dal luogo, prima di ritornare alla vita quotidiana.


Portandoci verso l’uscita ci troviamo di fronte ad un’opera imponente: la Croce di Granito. La sua maestosità è data anche dal fatto che si erige su un prato libero da ostacoli, l’unico elemento che rompe la linea dell’orizzonte nel percorso verso il bosco. La  croce di granito fu progettata da Asplund nel 1939 e finanziata da un benefattore anonimo. La guida mi dice che non ha una connotazione strettamente religiosa ma che è piuttosto un simbolo che evoca il cerchio della vita .

articolo tratto da OLTRE e scritto da STEFANO MONTAGUTI

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